Sono più di 15 milioni gli italiani che soffrono, periodicamente o quotidianamente di disturbi digestivi. Molti di questi disturbi sono legati alla malattia del reflusso gastro-esofageo che risulta essere la malattia più comune dell’apparato gastro-enterico affliggendo circa 4 milioni d’italiani.
Il reflusso gastroesofageo consiste nella risalita nell’esofago del succo acido dello stomaco.
E’ un evento che accade di tanto in tanto anche negli individui sani, particolarmente nel corso del primo anno di vita, e nell’adulto, nelle prime tre ore dopo i pasti. Di notte, di regola, non ci sono reflussi.
In sé, questi reflussi non hanno conseguenze né provocano disturbi d’alcun genere.
I medici parlano di malattia da reflusso quando, al contrario, il numero dei reflussi, la quantità e qualità del materiale refluito, procurano fastidiosi e persistenti disturbi o, peggio, causano lesioni esofagee.
Il reflusso gastro-esofageo avviene quando lo sfintere esofageo inferiore (LES o Cardias), una specie di valvola naturale tra esofago e stomaco, non ha più una perfetta tenuta.
Questa valvola ha il compito d’impedire il reflusso restando chiusa per la maggior parte del tempo e aprendosi solo durante la deglutizione. Se risulta “debole” o vi è un’imperfetta contrazione sfinteriale si può presentare il reflusso. Il reflusso se cronico può portare anche disturbi cardiaci e respiratori.
Sintomatologia
Rigurgiti ed eruttazioni a seguito di pasti, spesso abbondanti, sono perfettamente normali, mentre rigurgiti ripetuti, notturni e associati a pirosi, dolore epigastrico e a volta scialorrea (eccessiva produzione di saliva) sono sintomi della malattia da reflusso gastro-esofageo.
Alcuni pazienti, invece lamentano sintomi non direttamente riconducibili allo stomaco come un dolore toracico retrosternale che può essere scambiato per un disturbo al cuore, oppure presentano aritmie cardiache o soffrono di tosse secca e insistente, o accessi d’asma, ed altri ancora lamentano raucedine o dolore quando deglutiscono.
Tutti questi disturbi possono essere causati dalla presenza di succhi acidi dello stomaco che, tornando indietro, irritano i nervi dell’esofago. Questi succhi possono irritare o inficiare la funzione del cuore, infiammano le corde vocali o, dopo essere stati aspirati in piccolissime quantità nei bronchi, scatenano accessi asmatici o polmoniti ricorrenti.
Fortunatamente la maggior parte di chi soffre di reflusso può ridurre o eliminare del tutto i propri disturbi con semplici accorgimenti:
- Non coricarsi prima di 2-3 ore dopo i pasti, non assumere a letto una posizione supina e non tenere cinture o abiti stretti.
- Innalzare la testiera del letto di 15-20 cm se si hanno reflussi notturni e dormire, preferibilmente, sul fianco sinistro.
- Cercare di suddividere l’alimentazione giornaliera in 4-5 piccoli pasti anziché in 2-3 pasti abbondanti che distendono lo stomaco e favoriscono i reflussi.
- Cercare di individuare quegli alimenti che si associano ai disturbi da reflusso, come i grassi, la panna, il mascarpone, il cioccolato, i succhi d’agrumi, il pomodoro, la menta, le spezie, i fritti, noci e arachidi, bevande gassate, alcolici, tè e caffè.
- Migliorare quelle condizioni come tosse cronica, stitichezza e cistiti che possono far aumentare la pressione all’interno dell’addome.
- Ridurre il peso corporeo se si è in soprappeso.
Inoltre il fumo, la gravidanza, l’età avanzata, l’assunzione di farmaci e la dieta sono i principali fattori di rischio nell’insorgenza di reflussi.
Se questi accorgimenti non sono sufficienti, ci si può rivolgere ad uno specialista per l’utilizzo di farmaci o rimedi naturali che diminuiscano la frequenza dei reflussi e, riducendone l’acidità, li rendono meno irritanti.
Se il disturbo diventa cronico si possono creare delle lesioni a carico della mucosa dell’esofago. Questa è una sottile membrana che ricopre la superficie interna dell’esofago che a contatto coi succhi gastrici può andare incontro ad ulcerazioni (piccole ferite che non riescono a rimarginarsi). Questa condizione viene chiamata esofagite da reflusso. Le ulcerazioni possono causare modeste, ma persistenti perdite di sangue, o guariscono lasciando cicatrici che riducono il calibro dell’esofago e ostacolano il passaggio degli alimenti ingeriti provocando disfagia.
Un’altra complicazione del reflusso è il cosiddetto esofago di Barrett, che è un’alterazione della mucosa della parte terminale dell’esofago, che i patologi chiamano metaplasia, cioè una trasformazione in un tipo di mucosa diverso.
La metaplasia non provoca alcun disturbo, ma può, nel tempo, trasformarsi a sua volta in qualcosa di più grave.
Con l’esofagoscopia possiamo diagnosticare queste lesioni, tenerle d’occhio e controllare l’efficacia delle cure.
I farmaci più efficaci nel trattamento della malattia da reflusso sono:
- L’alginato
E’ un estratto d’alghe. A contatto con i succhi gastrici forma una specie di gelatina che galleggia sopra il contenuto dello stomaco e riduce, perciò, gli effetti dannosi dei reflussi. - Gli antiacidi contenenti alluminio, magnesio e sodio bicarbonato. In aggiunta all’alginato possono essere efficaci nella malattia da reflusso senza complicanze e con sintomi moderati.
- La Cisapride che aumenta la forza di contrazione del LES e migliora lo svuotamento dello stomaco, ma è inefficace quando ci sono lesioni dell’esofago.
- Gli antiacidi appartenenti alla classe degli inibitori dei recettori istaminici H2
(Cimetidina, Ranitidina, Famotidina, Nizatidina) che sono molto efficaci nella cura dell’ulcera duodenale. Nella malattia da reflusso devono essere dati in 2-3 somministrazioni giornaliere e possono essere poco efficaci se c’è un’esofagite. Inoltre la loro efficacia non aumenta con l’aumentare della dose. - Gli inibitori della pompa protonica.
(Omeprazolo, Pantoprazolo, Lansoprazolo e Rabeprazolo). Sono farmaci che riducono la produzione d’acido cloridrico nello stomaco con un meccanismo differente dai precedenti ed hanno mostrato grand’efficacia nell’eliminare tutti i disturbi causati dai reflussi e nel guarire le lesioni dell’esofago. Possono essere somministrati in un’unica dose giornaliera e la loro efficacia aumenta all’aumentare della dose.
E’ comunque sempre necessario e opportuno fare una visita da un medico specialista prima di procedere nell’assunzione di farmaci.
fonte:benessere.com
Pingback: La Gastrite
Pingback: L'osteopatia contro i disturbi gastrici