Osteoporosi a tavola!

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Si definisce ostosteoporosieoporosi una condizione di perdita di massa ossea e di minor resistenza dello scheletro al trauma, anche di lieve entità, in grado di incrementare il rischio e l’incidenza di fratture ossee. Le forme di osteoporosi comprendono l’osteoporosi di tipo I, o postmenopausale, e l’osteoporosi di tipo II, o senile.

Queste due forme si distinguono principalmente per età di insorgenza e cause, il tipo di tessuto osseo coinvolto e i siti di frattura.
L’osteoporosi post-menopausale insorge tra i 40 e i 45 anni per una carenza ormonale, in particolare di estrogeni; colpisce prevalentemente l’osso spugnoso e i maggiori rischi di frattura sono a carico delle vertebre.
Quella senile, invece, si manifesta sopra i 70 anni ed è causata dal progressivo invecchiamento del corpo; colpisce l’osso spugnoso e corticale compatto con rischi di frattura a carico del femore e delle vertebre.

osteoporosiIl mantenimento della massa ossea è assicurato da una serie di processi di riassorbimento e di formazione di tessuto, regolati dall’attività di ormoni calciotropi (PTH e calcitonina), per l’assorbimento di calcio e sessuali (estrogeni, androgeni) ed influenzati da molteplici fattori che presentano diversa intensità con l’avanzare dell’età.

Metabolismo del calcio

Il calcio corporeo è contenuto per il 99% nello scheletro. L’assorbimento del calcio esogeno viene mediato dalla vitamina D.

L’assorbimento del calcio è inversamente proporzionale all’apporto. Ogni incremento nell’apporto esogeno di calcio è associato quindi a un progressivo calo nell’efficienza di assorbimento. L’entità di assorbimento del calcio esogeno, viene influenzata dall’interazione nel lume intestinale del calcio con altri componenti della dieta (l’assorbimento del calcio viene incrementato da zuccheri tra cui soprattutto il lattosio e, al contrario, ridotto dagli acidi grassi che formano con il calcio sali insolubili). Anche il pH intestinale (acidità) svolge un ruolo nell’assorbimento. Un pH acido incrementa la quota ionizzata del calcio e ne favorisce l’assorbimento mentre un pH alcalino lo riduce. L’escrezione del calcio, infine avviene attraverso l’intestino, le urine e la cute. Il calcio escreto con le feci corrisponde alla quota non assorbita a livello intestinale.

Fabbisogno di calcio

Nell’infanzia e nell’adolescenza il tessuto osseo va incontro a complesse fasi di sviluppo e di crescita trasversale e longitudinale che si concludono intorno ai 15-20 anni. La perdita di massa ossea inizia già a partire dalla quarta decade di vita con una evoluzione progressiva, accelerata poi nella donna dalla menopausa, e sostenuta, nell’età più avanzata, dall’accentuarsi di particolari aspetti metabolici legati all’invecchiamento.

In donne in fase di menopausa il cessare della produzione ovarica di estrogeni determina una fase di perdita accelerata di tessuto osseo, particolarmente elevata durante i primi 4-8 anni, sostenuta da un incremento del turnover osseo. Si verifica un aumento dell’attività degli osteoclasti (da perdita dell’effetto inibitore degli estrogeni), un’aumentata sensibilità dell’osso al PTH (paratormone), una ridotta secrezione di PTH mediata dall’ipercalcemia (eccesso di calcio nel sangue) e un ridotto assorbimento di calcio a livello intestinale associato ad ipercalciuria (anomala presenza di calcio nelle urine). Un aumentato apporto di calcio tramite supplementi si è dimostrato in questo periodo efficace nel rallentare la perdita di massa ossea solamente a livello di alcuni segmenti ossei, con esclusione del tessuto vertebrale.

Ruolo di altri nutrienti

Un introito elevato di proteine determina un incremento dell’escrezione urinaria di calcio.

L’abuso cronico di sostanze alcoliche determina effetti negativi a livello della maggior parte di organi e apparati, compreso il tessuto osseo. Negli epatopatici cronici etilisti è stata rilevata una più elevata incidenza di osteoporosi e di fratture.

Apporti elevati di caffeina (intorno ad 1 g/die) possono incidere negativamente sul bilancio del calcio.

Infine, oltre ai latticini, alimenti ricchi di calcio per eccellenza, ma che hanno elevate probabilità di scatenare intolleranze o problematiche a livello gastro-enterico, gli alimenti relativamente ricchi di calcio sono alcune varietà di verdure a foglia verde (ad esempio: broccoli, cavolini di Bruxelles, verze, cavoli), alcuni prodotti ittici conservati con lo scheletro sottolio o in salamoia (quali ad esempio salmone, sardine, alici), i legumi, alcuni prodotti della soia, i cereali integrali, alcune varietà di frutta secca (soprattutto di tipo oleoso quali le mandorle, le noci, ecc.).

 

 

fonte: benessere.com

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