La menopausa è un momento fondamentale nella vita di una donna che pone fine alla sua età fertile. Con la menopausa la produzione degli ormoni sessuali diminuisce considerevolmente: gli estrogeni si riducono del 90% ed il progesterone praticamente scompare. Questo processo provoca delle conseguenze negative, alcune immediate altre che insorgono più in là nel tempo.
Dall’inizio della menopausa molte donne cominciano ad avere insonnia, vampate di calore e sudorazioni improvvise, secchezza vaginale, riduzione della libido e alterazioni dell’umore che, in molti casi, provocano un notevole peggioramento della qualità della vita e dell’intesa sessuale col partner. Anni più tardi, invece, cominciano a farsi sentire altri acciacchi, sempre conseguenti alla mancanza di estrogeni, come l’osteoporosi, con il relativo rischio di fratture e l’aumento delle malattie vascolari.
La terapia ormonale sostitutiva
Questa terapia consiste nell’assunzione dall’inizio della menopausa di estrogeni e progestinici in pasticche, cerotti o gel cutanei. Effettivamente l’estrogeno è l’ormone che riduce i disturbi della menopausa. Purtroppo, somministrato senza il progestinico aumenta di molto l’incidenza di un tumore dell’utero. Ma se viene introdotto anche il progesterone il rischio viene annullato.
Nonostante milioni di donne assumano la terapia sostitutiva, l’argomento dei rischi e benefici di queste cure è ancora oggetto di accese discussioni negli ambienti scientifici e nella pratica medica d’ogni giorno.
Si è dimostrato che ogni 10.000 donne trattate vi sono 8 casi in più di tumore alla mammella. L’aumento di questi tumori si manifesta nei primi anni del trattamento ormonale ma hanno perlopiù un decorso benigno, e sono curabili più facilmente. Molti hanno ipotizzato che la terapia potrebbe accelerare la crescita di tumori già esistenti, anche se non ancora evidenti, ma non causarne di nuovi. Inoltre non è stato riscontrato una effettiva diminuzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari. Ma ogni 10.000 donne trattate si hanno 5 casi in meno all’anno di fratture dell’anca e 6 casi in meno di tumori del colon.
Dunque cosa decidere?
Un buon modo per affrontare la pausa nel modo giusto è quello di considerare il proprio benessere, come si vive la menopausa e la gravità dei disturbi.
- Le donne che a inizio menopausa accusano disturbi gravi tali da influenzare negativamente la qualità della vita possono trarre beneficio dalla terapia ormonale, sempre che sia positivamente accettata dalla paziente.
- E’ caldamente consigliato sottoporsi a periodiche visite senologiche e mammografia per riuscire a contenere in modo precoce i possibili effetti negativi.
- Una terapia di breve durata da 1 a 4 anni, è probabilmente caratterizzata da un bilancio rischi/benefici molto favorevole.
- Se si decide di non intraprendere la terapia ormonale è opportuno fare periodici controlli per monitorare l’insorgenza dell’osteoporosi.
- Un caso particolare sono le donne che vanno in menopausa precocemente, spontanea o indotta dall’asportazione delle ovaie e a volte anche dell’utero. Esse, infatti non corrono rischi nell’assunzione della terapia ormonale sostitutiva, se protratta sino all’età in cui mediamente insorge la menopausa. Non assumere la terapia invece può comportare l’insorgenza di disturbi in età avanzata causati dalla mancanza di estrogeni per un lasso di tempo maggiore.
- L’assunzione della terapia ormonale, infine, non deve far trascurare le altre misure utili a mantenere una buona condizione di benessere psico-fisico, quali l’astensione dal fumo, non ingrassare, l’attività fisica, coltivare degli interessi e relazionarsi.
fonte: benessere.com